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01 maggio, 2006

SLOI MACHINE


"Sloi Machine", splendido monologo scritto e interpretato da Andrea Brunello, della compagnia "Teatro di Bambs", per la regia di Michela Marelli, drammaturga e coautrice dei testi. Un monologo di denuncia che affronta uno dei capitoli più neri della storia industriale e operaia del Trentino e d'Italia. Il dramma silenzioso di migliaia di operai che, in quasi quarant'anni, si sono avvicendati nella fabbrica dei veleni, in condizioni di lavoro disumane. Nel silenzio delle istituzioni e di una città che in una notte del 1978 arrivò ad un passo dalla catastrofe ambientale.
La Sloi, "Società di Lavorazioni Organiche e Inorganiche", nasce a Trento nel 1939 come polo d'avanguardia nella produzione di tetraetile di piombo, un antidetonante per carburanti. Questa sostanza gioca un ruolo determinante prima nello sforzo bellico e successivamente nel boom economico del dopoguerra, nei motori delle automobili che invadono le strade italiane. È anche una delle sostanze chimiche più velenose esistenti al mondo: ne bastano 30 grammi in polvere per uccidere un individuo. Eppure, fin dagli inizi questa pericolositá viene completamente ignorata o addirittura taciuta agli operai che lavorano al minimo delle condizioni di sicurezza, privi di strutture e mezzi necessari a proteggerli. Il ricambio di mano d'opera é impressionante. La fabbrica richiede un organico di circa 250 operai ma saranno in migliaia nel giro di quarant'anni ad entrare e uscire, distrutti dalle intossicazioni da piombo, con danni irreparabili al sistema nervoso, condotti alla follia dal saturnismo e internati nei manicomi o nei reparti di neurologia. Perchè la Sloi attira lavoratori come il miele con le api. Paga cospicue indennità per calarsi nei fusti di piombo da ripulire a mano, con addosso solo una tuta che non può impedire che il piombo penetri nell'organismo anche attraverso la pelle, rendendo inutili le maschere antigas e qualsiasi tipo di protezione. Aprendo la strada a un massacro silenzioso che si consumerà lontano dagli occhi della società civile e delle istituzioni. Fino al 1978, quando un incendio rischia di fare esplodere la fabbrica e tutta la citta di Trento. Solo allora la Sloi verrá chiusa.
C'è chi l'ha definita un mattatoio, che rischia di tornare a uccidere ancora oggi. Perchè oltre ad essere incalcolabile l'esatto numero di operai morti alla Sloi o resi invalidi a vita, è inquantificabile il danno ambientale prodotto dai rifiuti tossici della fabbrica e il numero di persone coivolte indirettamente dai veleni. Gli ultimi dati ci dicono che sotto un'area che si estende per 142mila mq si troverebbero circa 168.000 tonnellate di tetraetile di piombo, oltre alle 800 tonnellate di idrocarburi prodotti dalla Carbonchimica. Pochissimi centimetri di argilla - materiale impermeabile - separano oggi il piombo dalla falda acquifera e proteggono la valle dell'Adige da una catastrofe ambientale. Per decenni, prima che sindacati e associazioni denunciassero la drammatica realtà, l'irrorazione dei campi agricoli è stata fatta attingendo dai pozzi e dalle rogge che solo negli ultimi anni si sono scoperte inquinate dai rifiuti tossici.
"Sloi Machine" ripercorre la storia della fabbrica trentina e dei suoi rapporti con le istituzioni, i momenti storici in cui si sarebbe potuto fare qualcosa, ma si è preferito guardare dall'altra parte. Ma soprattutto riporta alla memoria un ricordo rimosso da trent'anni e costringe a prendere coscienza di un problema ancora aperto. Perché alla Sloi si sono consumate ingiustizie sugli operai, fallimenti sindacali, reati ambientali ma anche la segregazione di immigrati clandestini e outsiders che negli anni novanta hanno scelto la Sloi come lugubre dimora per la loro vita ai margini della società.

"Sloi Machine"
testi di Andrea Brunello e Michela Marelli, musiche originali di Carlo Casillo, scenografie Andrea Violato, luci Alessandro Bigatti

3 Comments:

At 18:00, Anonymous Anonimo said...

L'ho visto anch'io, quest'inverno, a Trento. Mi è piaciuto davvero molto.
(soprattutto il fumo dell'incendio che sapeva di vaniglia e che ha avvolto la sala...)
(lo so, non è un commento professionale.)

 
At 19:25, Blogger stefi said...

profumo di mandorle...come quello che emanavano i camini della Sloi...
benvenuta sul nostro blog!

 
At 19:41, Anonymous Anonimo said...

grazie... anche io sul mio blog ho ricordato la SLOI, ma non in stretta relazione allo spettacolo di Brunello, così...
Perché è giusto.
Perché la SLOI mi fa paura.
Perché è sulla strada di casa mia e pedarare in bici scorrendole a fianco è orribile.

hanwi
lunamarmotta.splinder.com

 

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