mimpegnomanontroppo

14 settembre, 2007

UNO SCRITTORE




Le raccontavo ciò che non le avevo mai raccontato e non avrei mai raccontato a nessuno, le mie ferite, i miei rimpianti, i miei dubbi, prezioso fardello tuttavia giacché era esso stesso vita, le dicevo che malgrado quelle ferite e quei rimpianti e quei dubbi mi piaceva tanto la vita, ero così contenta d'esser nata, e la ringraziavo in ginocchio d'avermi partorito. Perfino se non avesse fatto altre cose buone nella sua bontà, nella sua generosità, l'avermi regalato la vita sarebbe stato per me sufficiente a giustificar la sua vita. E io speravo che questa mia gratitudine la ripagasse di ogni dispiacere che potevo averle dato. Per rispondermi che la rendevo felice, fiera del bellissimo gesto che aveva compiuto, lei mi stringeva con forza le dita e mi spalancava addosso gli occhi nocciola.

Testo è tratto da un brano letto dalla Fallaci nel 1980 di fronte agli studenti del Columbia College di Chicago.

2 Comments:

At 15:06, Anonymous Anonimo said...

Ha colpito anche me questo brano. L'ho letto proprio ieri sulle pagine culturali del Corriere. Come sempre in sintonia io e te.
Ti voglio bene!

 
At 16:26, Blogger stefi said...

Che bello...Sorrido....E ti penso. Mi manchi.

 

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