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17 marzo, 2006

VIA ALL'ECOPARCO SUL RIO DELLE AMAZZONI



Il progetto viene presentato venerdì all'università di Firenze
Studiato da otto atenei italiani vedrà la luce a Iquitos nell’ambito della riconversione del debito estero del Perù verso l’Italia

MILANO - Un immenso ecoparco dove nasce il Rio delle Amazzoni. Un centro di eccellenza per la ricerca ambientale ma anche un ecolodge, sorta di agriturismo sostenuto dalla popolazione locale, esteso su quindici ettari di foresta amazzonica vicino alla città d'Iquitos, in Perù, dove si congiungono le acque di due grandi fiumi, l'Ucayali e il Marañonnasce. Un progetto per promuovere la ricerca e lo sviluppo sostenibile in una delle zone più affascinanti e più povere della Terra, finanziato da questo paese nell’ambito della riconversione del suo debito estero nei confronti dell’Italia: l'impegno è di circa 2 milioni di dollari. In sostanza i soldi che Lima dovrebbe a Roma sono stati messi in un fondo controllato dall'Italia e destinato a finanziare l'ecoparco, dalle infrastrutture alle diverse attività. Il piano si inserisce infatti nel programma di riconversione del debito pubblico e della campagna per la riduzione del debito estero dei Paesi più poveri promossa nel 2000 dai paesi del G7/G8. L'iniziativa è del centro interuniversitario Abita che raggruppa otto atenei (tra questi La Sapienza di Roma, la II Università di Napoli, l'università di Reggio Calabria, i Politecnici di Milano e Torino e la coordinatrice, l'università di Firenze). «L'idea è quella di creare una sorta di agriturismo che unisca attività eco-turistica, scientifica e produttiva - dal legno alla pesca -, educazione ambientale e formazione professionale tesa a valorizzare le risorse umane locali - spiega Fernando Recalde del centro Abita - Il tutto a livello comunitario: la base saranno infatti le comunità che si affacciano sul Rio delle Amazzoni» aggiunge. Il progetto, approvato dal fondo italo-peruviano per la riconversione del debito, «è stato studiato in Italia sulla base delle indicazioni date date dalla Caritas di Iquitos». Quanto alla tempistica, «le infrastrutture dovranno essere pronte tra 9 mesi, mentre l'ecoparco dovrebbe essere agibile entro 22 mesi. Con una ricettività di non più di tre gruppi di 12 persone alla volta» precisa lo studioso. Piccoli nuclei insomma, per agevolare gli spostamenti in questa sorta di isola verde, percorribile soltanto via fiume. Il progetto è al centro del convegno internazionale «Amazon Eco Park» che si svolge venerdì 17 marzo nell’Aula magna dell’Università di Firenze (e trasmesso in diretta web su www.unifi.it).

Alessandra Muglia
17 marzo 2006
www.corriere.it