mimpegnomanontroppo

31 ottobre, 2006

UN ESTRATTO DI VITA LIQUIDA

Il consumatore liquido-moderno


Brevissimi e acuti estratti del noto sociologo, su uno spazio del consumo pervasivo, che sembra ormai permeare ogni aspetto dell'esistenza. Da Vita Liquida, Laterza, Bari 2006


Il diffondersi di modelli di consumo talmente ampi da abbracciare ogni aspetto e attività dell’esistenza può essere un effetto collaterale non intenzionale, ne previsto dell'ubiqua e invadente «mercificazione» [marketization] dei pro cessi della vita. Il mercato penetra in settori della vita rimasti, fino a poco tempo fa, al di fuori della sfera dello scambio monetario e non contemplati dalle statistiche del prodotto nazionale lordo, e una volta che raggiunge dei territori vergini rimuove da essi qualsiasi elemento e criterio di scelta «estraneo allo spirito del mercato dei beni di consumo». Come ha scritto Naomi Klein, il mercato alimenta il proprio «insaziabile bisogno di crescita [...] ridefinendo come 'prodotti' interi settori che in precedenza erano considerati parte integrante del 'patrimonio comune' e non in vendita». Le faticose attività di stabilire e interrompere relazioni interpersonali, di unire e separare persone, di connetterle e di sconnetterle, di darsi appuntamento con qualcuno e cancellare qualcun altro dalla rubrica del cellulare, sono ormai mediate dal mercato. Esso impronta le relazioni umane, al lavoro e a casa, in pubblico e negli ambiti più intimi del privato. Riformula e ricompone le destinazioni e i percorsi degli obiettivi personali in modo che ciascuno di essi passi per un centro commerciale. Descrive il processo della vita come una sequenza di problemi sostanzialmente «risolvibili», che tuttavia devono e possono essere risolti unicamente con mezzi disponibili soltanto sugli scaffali dei negozi. Mette in vendita scorciatoie tecnologiche per quel genere di obiettivi un tempo raggiungibili soprattutto sulla base della propria personalità e delle proprie abilità individuali, sulla base di una collaborazione amichevole e di una dialettica cameratesca. Fornisce gadget e servizi senza i quali, in assenza di abilità sociali, la vita-in-società, la vita-con-gli-altri, il «rapportarsi con» altri e trovare un modus co-vivendidurevole sarebbero per un numero sempre maggiore di persone dei compiti scoraggianti, difficili e forse impossibili da assolvere. Proietta l'ombra gigantesca del consumismo sull'intera Lebenswelt. Batte e ribatte inesorabilmente il messaggio secondo cui qualsiasi cosa è, o potrebbe essere, una merce [commodity] e se ancora non lo è, bisogna fare comese già lo fosse , insinua che le cose dovrebbero essere«come merci», e se faticano a rientrare negli schemi tipici degli oggetti di consumo andrebbero considerate con sospetto, o meglio ancora rifiutate ed evitate. I prodotti di consumo oggi ci promettono di non essere invadenti né noiosi. Ci assicurano che ci devono tutto e non vogliono nulla in cambio. Ci promettono di essere subito pronti per l'uso, di offrirci una soddisfazione immediata che non richiede ne lungo apprendistato, ne un risparmio prolungato: essi ci gratificano senza indugi. Ci giurano con la mano sul cuore che sapranno accettare il momento in cui perderanno i nostri favori e che quando il loro tempo sarà finito ci lasceranno tranquillamente senza proteste, astio o rancore. Ne consegue un altro attributo che un oggetto di consumo, deve avere: una postilla al suo certificato di nascita stampata in caratteri piccoli ma leggibili, chiara e rassicurante che dichiara 'destinazione finale: pattumiera'. Lo scarto è il prodotto finale di qualsiasi azione di consumo. La percezione dell'ordine delle cose nell'attuale società dei consumi è un diretto capovolgimento di quello che caratterizzava la società dei produttori, ormai superata. Ciò che in quest'ultima era solido e duraturo era la parte utile, estratta da materie prime correttamente rielaborate, mentre a venir destinati allo smaltimento immediato e all'oblio erano i residui superflui e i rifiuti. Ora è invece la parte utile ad avere vita breve, volati le ed effimera, lasciando campo libero, di volta in volta, alla nuova generazione di prodotti utili. Solo lo scarto tende a essere (ahimè) solido e durevole. 'Solidità' è ormai sinonimo di 'scarto'. Il mercato dei consumi è il sogno di re Mida che si avvera, in una versione da ventunesimo secolo (decisamente mutante). Qualsiasi cosa questo mercato tocchi si trasforma in una merce di consumo, anche le cose che cercano di sottrarsi ad esso, e persino i modi e mezzi che esse impiegano nei loro tentativi di fuga.

Zygmunt Bauman