mimpegnomanontroppo

02 novembre, 2005

BUON ANNO!

Mancano pochi mesi all’anno nuovo e nell’attesa del 2006 voglio raccontare a voi, lettori affezionati od occasionali che siate di questo diario virtuale, il mio ultimo capodanno, a cui ha partecipato anche l’altro membro del team “mimpegnomanontroppo”.
Pochi giorni prima del fatidico 31 l’unica prospettiva che avevo era quella di passare la serata con la mia gatta sul divano. Ero disperata, a tal punto da accettare la proposta di un’amica di andare con le CIASPOLE (!!!!!) a 1500 metri d’altezza.
Capodanno: l’occasione che tutte le ragazze aspettano per sfoggiare abiti da sera eleganti con scollatura abissale e tacchi vertiginosi.
E io andavo in cima ad una montagna.
In tuta da sci.
Perché non penso prima di parlare? Perché?
Era meglio il divano. Era meglio il mio gatto. Tutto era meglio di un lunga e lenta marcia nella neve per raggiungere un rifugio senza riscaldamento, con un solo bagno e con delle stanze/loculi/grotte di due metri per uno. Ho tentato di consolarmi pensando al fantastico cenone che mi aspettava. Poi ho saputo che il menu era esclusivamente a base di carne.
E io sono vegetariana.
I tentativi di simulare raffreddore, tosse, vertigini, slogature, distorsioni sono stati smascherati uno dopo l’altro. Mi sono rassegnata e ho formulato in anticipo un buon proposito: non dire più di sì a proposte che sembrano più pericolose di una pubblicità della “Sector, No limits”.
Dopodiché ho fatto i bagagli, ovvero ho riempito di cose inutili uno zaino da montagna alto 10 cm più di me, di quelli che se solo perdi l’equilibrio, ti ritrovi schiena a terra senza alcuna possibilità di rialzarti.
Alla partenza eravamo in dieci. Scorte infinite di cioccolata per tutti, burrocacao, crema solare e contorsionismi per infilarsi quelle ciaspole infernali. Foto di rito tutti sorridenti e poi su per la montagna. Più che una passeggiata sembrava un’arrampicata. Ogni tanto qualcuno rotolava a valle, ma non si poteva soccorrerlo: questione di sopravvivenza. Siamo arrivati alla meta mentre il sole tramontava e l’atmosfera romantica mi ha fatto realizzare con orrore che erano quasi tutte coppiette e che avremmo dovuto dormire tutti assieme. Per essere precisi: io avrei dovuto dormire in un lettone con Max e Laura. Ho pregato che una valanga mi seppellisse per sempre o che una bufera di neve si portasse via il rifugio, ma la neve non si è mossa e il cielo è rimasto sereno. In mio soccorso sono arrivati i giochi a carte in cui chi perde beve. La mia totale incapacità in tutto ciò che richiede logica e strategia, mi ha permesso di diventare “allegra” in pochi turni. In questo però mi ha battuto Stefy, l’ubriacona molesta, che ha fatto passare a tutti una notte insonne straparlando senza tregua. Prima di mezzanotte siamo saliti sulla cima lungo un percorso illuminato dalle fiaccole. Da lassù si dominava il lago di Garda e tutta la valle. Mi sentivo Messner. Ero altissima, purissima, levissima. L’atmosfera magica, l’avvicinarsi dell’ora x e l’alcool hanno avuto il potere di cancellare un intero anno di merda. Potevo finalmente dimenticare il periodo buio in cui il ragazzo con cui stavo da quattro anni mi aveva lasciato. Ero euforica. Il 2004 se ne stava andando per sempre e con lui anche la sfortuna che mi aveva perseguitata per mesi. Iniziava il periodo della rinascita: avrei trovato un nuovo amore, sarei diventata una studentessa modello, avrei imparato a cucinare. Niente poteva fermarmi.
E’ stato in quel momento che le maledette ciaspole mi hanno tradita.
Mi sono ritrovata a faccia in giù nella neve, mentre il mondo festeggiava lo scoccare della mezzanotte. Il mio primo istante nel 2005 era composto al 50% da sfiga e per l’altro 50% da profonda umiliazione. Tutti che si abbracciavano e brindavano felici. Io distesa nelle neve.
Ho sperato con tutto il cuore che il detto: “quello che si fa il primo dell’anno, si fa tutto l’anno" fosse del tutto privo di fondamento.

Ma non lo è.

Michela.