mimpegnomanontroppo

24 dicembre, 2005

L'ALBERO DEI DESIDERI

Come ogni anno all'inizio di dicembre hanno messo un albero altissimo e illuminato da una miriade di piccole lucine alla stazione dei treni di Milano. Pendolari, gente di fretta o stanca dopo un lungo viaggio: l'albero era lì per ricordare a tutti loro che stava arrivando Natale e che era meglio sorridere che arrabbiarsi per il treno arrivato in ritardo di tre ore oppure soppresso. Mancava però un tocco di magia a quell'albero che svettava sopra i binari e che accoglieva le persone in arrivo e salutava quelle in partenza. Magia che è arrivata dopo un paio di giorni, quando su uno dei rami più bassi è comparsa una letterina per Babbo Natale, a cui in seguito se ne sono aggiunte moltissime altre. Ora metà albero è addobbato di desideri. Più su è impossibile arrivare: troppo alto, ma c'è da stare sicuri che ci sono così tanti desideri inespressi tra le persone che transitano in Centrale, che se fosse stata messa a disposizione una scala, il verde dell'albero sarebbe scomparso sotto un'infinità di fogli svolazzanti. C'è chi chiede che la ragazza di cui è segretamente innamorato da anni finalmente si accorga di lui, chi vuole la pace nel mondo, chi più semplicemente un giocattolo. Poi ci sono tantissime lettere per chiedere a Babbo Natale di fare un miracolo: far diventare la Ferrovie dello Stato efficienti, ma purtroppo non penso che a quel povero vecchietto, ai suoi mille folletti e alle sue renne riuscirà un'impresa di questa portata. Se non ci si crede in questo periodo però, quando mai?....
Dopo essere passata in stazione e aver scattato la fotografia che ho messo ad inizio pagina, ho pensato a lungo a cosa potrei chiedere a Babbo Natale, ma non mi è venuto in mente niente. Certo ci sono tantissime cose che desidero, materiali e non, ma nessuna di queste è così importante da poter essere archiviata nel settore: "desideri che vengono dal profondo del cuore". Oggi però mia madre mi ha raccontato l'ultima trovata di mio nonno e improvvisamente ho capito cosa voglio davvero. Prima però, per farvi capire, devo raccontarvi qualcosa di quella persona straordinaria che è mio nonno. Riccardo è nato il 19 dicembre del 1921 e in questi ottantaquattro anni ha fatto tutte le esperienze che è umanamente possibile fare in una vita. Ha fatto la guerra, è stato in un campo di concentramento ed è sopravvissuto. Si doveva sposare ma poco prima del matrimonio ha scoperto che la sua futura moglie lo tradiva con un amico. E' sopravvissuto anche a questo. Era povero e per far soldi ha cominciato a vendere biancheria e calzini al mercato, riuscendo in poco tempo ad aprire un negozio tutto suo, uno dei primi negozi di abbigliamento della città. Finalmente ha incontrato la donna della sua vita e si è sposato.
Fino a due anni fa mio nonno era un fulmine sulle piste da sci: già vincitore in passato di tante coppe da riempire un intero armadietto, si divertiva ancora a battere quelli più giovani di lui, umiliandoli doppiamente. Era anche imbattibile nella ricerca delle "brise": passava giornate intere nel bosco e tornava con cestini pieni di funghi. Non ha rinunciato nemmeno quando una volta si è perso. Si è comprato un telefonino, che sa già usare meglio di me, per far tacere i parenti preoccupati con la sicurezza che avrebbero potuto sapere dov'era in ogni momento ed è tornato nel bosco, dove lo tiene sempre spento, perchè: "quando vago per fonghi, vago per fonghi e no voi perder temp a telefonar a nesuni" (scusate il mio dialetto!). Fino a due anni fa coltivava un orto, che prima del suo arrivo era un brandello di terra che non prometteva niente e ora fornisce insalata e frutta a tutta la famiglia. Infine andava ancora al lavoro in negozio tutte le mattine con la sua inseparabile bicicletta. Due anni fa però è stato male d'improvviso e ha dovuto rinunciare a tutte le sue passioni. Per una persona così attiva non dev'essere stato facile accettare l'idea di dover stare la maggior parte del tempo in casa. Chiunque avrebbe passato un lungo periodo di scoraggiamento. Invece, quando sono tornata da Milano per le vacanze, mi hanno raccontato dell'ultima passione di mio nonno: la cucina. Quando me l'hanno detto sono scoppiata a ridere, pensavo che mi stessero prendendo in giro. Mio nonno ai fornelli? Non era possibile. Abituato com'era alla famiglia vecchio stampo in cui l'uomo è servito e riverito, fino a qualche anno fa non concepiva nemmeno l'idea di alzarsi per portare un piatto in cucina. Ma il riposo forzato e le lunghe giornate a casa da solo devono averlo annoiato a tal punto da spingerlo a reinventarsi nonno casalingo. Lui che è sempre stato una " buona forchetta", oggi i suoi piatti preferiti se li cucina da solo. E' già diventato esperto di canederli, polpette e spezzatino. E' per questo che io e mia sorella quest'anno per Natale abbiamo deciso di regalargli gli "attrezzi del mestiere", permettendogli così di assecondare la sua nuova passione.
Il mio "desiderio dal cuore" è quello di riuscire ad assomigliare ogni anno che passa un po' di più a quest'uomo meraviglioso che ho la fortuna di chiamare nonno, perchè nessuno meglio di lui mi ha fatto capire che la vita può essere meravigliosa in ogni circostanza e ad ogni età. Qualunque cosa accada, c'è sempre qualcosa di cui ci si può appassionare, di cui ci si può innamorare e in cui si può trovare un senso per la nostra vita. Se certe cose non sono più possibili o non sono più alla nostra portatata, bisogna saperle lasciar andare senza rimpianti, perchè c'è sempre qualcos'altro dietro l'angolo che aspetta noi, se solo lo sappiamo vedere. Voglio questo per Natale: la capacità di reinventarmi ogni volta, come ha fatto lui.
Buon Natale a tutti!
Michela.

2 Comments:

At 23:47, Blogger stefi said...

"Qualunque cosa accada, c'è sempre qualcosa di cui ci si pùò appassionare, innamorare e trovare un senso per la nostra vita..."
Imparare a credere in queste parole, questo è il mio "desiderio dal cuore" per questo Natale...

 
At 20:51, Blogger Elisewin said...

Grazie al mio insegnante di grammatica Pietro per le correzioni.

 

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