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08 febbraio, 2007

ALLARME CLIMA, L'ASIA NON SARA' L'ELDORADO

I globalisti sonnambuli

di Giovanni Sartori

C’era una volta l’uomo universale che sapeva di tutto. Poi le cose da sapere sono diventate troppe, e man mano l’uomo universale è stato sostituito dallo specialista. Però per qualche secolo lo specialista è restato curioso, si guardava intorno, era «aperto». Invece oggi gli specialisti sono «chiusi»: sanno sempre di più su sempre meno e meno. Oramai ciascuno si inscatola, si chiude in una scatola senza finestre. E questa chiusura si applica anche agli «importanti » in generale: banchieri, imprenditori, amministratori di multinazionali. Il mondo economico- finanziario è diventato globale; ma i globalisti che lo viaggiano sono anch’essi debitamente inscatolati, e lo viaggiano come sonnambuli.
Ci raccontano che tra dieci-venti anni la Cina sarà il massimo potere mondiale, con l’India al secondo posto, e intanto si buttano sulla Cina e dislocano i servizi in India. E fin qui vedono bene, a corto periodo, perché lo sviluppo della Cina, specialmente della Cina, è straordinario. Ma è sostenibile? Può durare? E qui i sonnambuli non ci vedono più. Si inscatolano nei loro calcolini numerici, e così ignorano tutto il resto, che è di gran lunga il più. Alla metà di questo secolo i cinesi dovrebbero essere 1,5 miliardi, e lo stesso gli indiani. Ma questi 3 miliardi (ai quali possiamo aggiungere, con ulteriori 1,5 miliardi, gli africani) come li nutriamo? È una domanda che non scuote i sonnambuli. Per loro la risposta è ovvia: coltiveremo di più.
Ma come facciamo se già oggi l’acqua sta venendo a mancare? In Cina il fiume Giallo è allo stremo, in India il Gange è un liquame che arriva a malapena al mare. Ovunque l’agricoltura è sempre più irrigata da acqua di falda, e le falde scendono paurosamente di anno in anno. Le statistiche dell’Onu ci dicono che ogni 20 secondi un bambino muore ucciso da acqua inquinata, e che più di un miliardo di persone non hanno accesso all’acqua potabile. Oggi. Ma tra poche decine di anni potrebbe essere che ogni secondo muoiono 200 bambini, e che altrettanti adulti muoiono sterminati dalle carestie. Dunque, già oggi consumiamo molta più acqua di quanta ne riceviamo dal cielo, dalle piogge.
Questo è un dato certissimo. Aggiungi il cambiamento del clima dovuto al riscaldamento della terra. Non entro nelle tante, drammatiche conseguenze dello sconvolgimento climatico in corso. Tra queste, il fatto che non pioverà più (a sufficienza) dove piove adesso, e quindi dove fiorisce l’agricoltura, e che invece pioverà dove non serve, dove non fiorisce un bel nulla. Nell’area mediterranea il nostro Sud rischia la desertificazione e il nostro Nord è esposto a prolungata siccità. Esempi a parte, siamo esposti ovunque a siccità devastanti, che ovviamente sono molto più disastrose e letali, nei Paesi ad alta densità di popolazione agricola (appunto, Cina e India).
Il pianeta Terra rischia una terribile crisi idrica e alimentare, ma di tutto questo il nostro sonnambulo globale non sa e non vuole sapere nulla. Venerdì scorso, a Parigi, 500 qualificati climatologi hanno concluso il loro lavoro di sintesi dei dati raccolti da 2500 esperti, asserendo che al 95 per cento il disastro climatico è opera dell’uomo. I sonnambuli finora se la sono cavata dicendo che i cambiamenti climatici ci sono sempre stati, e che noi non ci possiamo fare niente. Invece no, invece è falso. Questa volta, e per la prima volta, tutte le colpe sono nostre. Niente più balle. I sonnambuli si devono svegliare. E la Cina non sarà l’Eldorado.

07 febbraio 2007
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