PROGETTO BOLLA: TUTTI FUMETTISTI METROPOLITANI
Iniziativa mediatica americana sbarcata in Italia
Grazie all'iniziativa ideata da un americano e importata da creativi parmigiani la pubblicità
PARMA - Decine di migliaia di fumetti bianchi, stampati e incollati in giro per la città. Si trovano soprattutto sui cartelloni pubblicitari, ma anche nelle cabine telefoniche, sui muri delle stazioni metropolitane, sugli autobus, nei parchi della città. Adesivi che hanno l’obiettivo di trasformare la comunicazione pubblicitaria in un dialogo aperto. Incoraggiano la gente a dire la loro, a riempire la nuvola con qualsiasi forma di auto-espressione. Si tratta del «progetto bolla». Ha contagiato Parma e sta per espandersi in tutta Italia. Gli autori di questa iniziativa sono Michele Ampollini e Leonardo Cagnolati, due trentenni parmigiani che si occupano di progetti di comunicazione anche per lavoro.
L'INIZIATORE - Alla base della loro iniziativa c'è l’operazione di Ji Lee, art director e designer newyorchese di successo che ha stampato e incollato migliaia di bolle vuote sui manifesti della città. L’ha fatto per mesi. Ogni volta, qualche giorno più tardi, è ritornato con una macchina fotografica a documentare come i passanti riempivano le bolle. Trentamila fumetti sono stati riempiti in pochi mesi dai passanti. Lee ha collezionato migliaia di immagini, alcune ironiche, alcune polemiche, tutte raccolte sul sito www.thebubbleproject.com, divise per argomento. I riferimenti spaziano dalla moda e il mondo dei media, alla religione e la politica, e non mancano le più consuete dediche personali. Di tutto il materiale Ji Lee ne ha fatto un anche un libro. Si intitola Talk back. The bubble project, in uscita il prossimo giugno.
GLI OBIETTIVI - Ji Lee spiega all’interno del sito gli obiettivi della sua iniziativa: «Stazioni, strade, piazze, bus, metropolitane ci gridano in continuazione messaggi di ogni tipo. Se una volta questi spazi erano considerati pubblici, ora vengono utilizzati dalle aziende per propagare i loro messaggi [...]. Noi, la gente comune, siamo diventati contemporaneamente obbiettivi e vittime di questo attacco mediatico. Il “Progetto bolla” è il contrattacco. Gli adesivi a fumetto sono le nostre munizioni».
LA REPLICA PARMIGIANA - Questo progetto i due creativi parmigiani l’hanno scoperto lo scorso inverno. Hanno contattato l’ideatore per proporgli di importarlo in Italia. Volentieri, ha risposto lui. Nelle sere dello scorso dicembre qualcuno ha cominciato a tappezzare Parma. Ora, nei primi mesi di avvio dell’iniziativa, cominciano a raccogliere i risultati all’interno del sito nato per l’occasione: www.progettobolla.com. Le foto arrivano dalla loro città, ma sono soprattutto Milano e Bologna ad aver accolto accolto con entusiasmo l’idea. E altre città europee, come Londra e Dublino. Le bolle possono essere scaricate direttamente dal sito. Basta stamparle, tagliarle e incollarle. Poi stare a vedere l’effetto che fa. Passare più tardi, scattare le fotografie con i commenti e inviarle all’indirizzo foto@progettobolla.com.
EFFETTO MEDIATICO-VIRALE - «Noi –spiega Michele Ampollini, uno dei due autori italiani, siamo molto affascinati dall’aspetto virale di questo progetto. Si tratta solo in minima parte di un progetto di azione, è soprattutto un progetto di comunicazione. Funziona distillando l’idea ad altre persone, ad altre città. Si fonda sul tam tam mediatico. E ha il grande pregio di essere facilmente esportabile e di riuscire ovunque, in una grande città o in un paesino di provincia». E precisa: «Siamo consapevoli e ne apprezziamo anche l’intento polemico, ma questa operazione ci ha attratti soprattutto per il suo aspetto goliardico». L’idea, che di tanto in tanto, aspettando il tram o passeggiando in un parco, si possa dar voce a un’immagine. Anche solo per riderci su. Con questo spirito, il sito americano ha dato il via di recente alle «bolle del web», mettendo online manifesti pubblicitari con vignetta annessa da riempire. Per far parlare ogni settimana un personaggio diverso, «the bubbled person of the week». Sulla scia del progetto americano, i due autori italiani hanno pensato di contestualizzare l’operazione. Così, a partire dal prossimo marzo, saranno online i nostri manifesti elettorali. Naturalmente bollati da nuvole bianche. Anche solo per riderci su.
www.corriere.it
Sabrina Tinelli
01 marzo 2006
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