mimpegnomanontroppo

28 agosto, 2006

L'AMORE ILLUMINA ANCHE QUANDO VIENE FERITO

Per capire, per scoprire bisogna amare. Non puoi suonare, non puoi comporre musica se non sei affascinato dalle note, se la musica non costituisce per te qualcosa di essenziale. Anche l'entomologo che studia gli insetti li ama, li riconosce uno a uno, di loro sa ogni abitudine, ogni segreto. Quello che per un altro è un essere ripugnante per lui è meraviglioso, bello. Lo stesso succede a chi studia i serpenti, perfino a chi studia i batteri o i virus. Lo storico che fa ricerca su un personaggio famoso, anche il più crudele e sanguinario, finisce per capirlo, per entrare nella sua mente, nelle sue motivazioni, per sentire in qualche modo come lui. E nella cronaca nera lo psichiatra o lo psicologo che studia un pazzo criminale quando ti spiega il suo comportamento ti dà sempre l'impressione di giustificarlo.

Quante infinite sfumature del bello vede una madre nel suo bambino, l'uomo nella donna di cui è innamorato. Conosce ogni centimetro della sua pelle, il significato di tutte le espressioni del suo viso, riconosce il suono dei suoi passi da lontano, il timbro della sua voce fra tutte. Ma non diciamo che l'amore è cieco? Sì lo diciamo, ma non è vero.

In realtà la trasfigurazione dell'amore non è mai pura invenzione, puro delirio, ha sempre una base, non fa che accentuare ciò che esiste, espandere quanto in quel momento desideri. È una esagerazione, una iperbole, non una illusione. Poi, se le stesse qualità che ti erano indispensabili all' inizio dell'amore in seguito non ti servono più, le trasformi in difetti. Quando un amore finisce ciascuno rimprovera all'altro di non essere come lo aveva immaginato, mentre in realtà gli rimprovera di essere proprio ciò che era.

Ma per vivere non possiamo solo amare. Se ami vedi nell'altro solo ciò che ha di buono, mai la malvagità, il pericolo. Eppure anche per conoscere il nemico devi in qualche modo amarlo perché devi identificarti con lui, capire i suoi meccanismi mentali, rivivere i suoi sentimenti fino all'odio che prova verso di te. Ricordo, ero a Damasco nel 1974 e studiavo l'islam con amore. Un giorno a casa di uno studioso lui si è messo a parlare di Rum (l'occidente) con una cattiveria tale che mi si è stretto il cuore.

Ho capito il suo modo di pensare e l'odio implacabile che scorreva sotto la cortesia, l'autocontrollo del suo mondo. Un odio che non ho più dimenticato e che gli altri non conoscevano proprio perché non erano andati come me con cuore aperto. L'amore illumina anche quando viene ferito.

Francesco Alberoni

Pubblico&Privato

28 agosto 2006

www.corriere.it

26 agosto, 2006




Perchè l'unica cosa che non abbiamo riesce sempre a rovinarci quello che abbiamo?
Carrie

24 agosto, 2006

SE

Se riesci a non perdere la testa, quando tutti intorno
la perdono, e se la prendono con te;
Se riesci a non dubitare di te stesso, quando tutti ne dubitano,
Ma anche a cogliere in modo costruttivo i loro dubbi;
Se sai attendere, e non ti stanchi di attendere;
Se sai non ricambiare menzogna con menzogna,
Odio con odio, e tuttavia riesci a non sembrare troppo buono,
E a evitare di far discorsi troppo saggi;
Se sai sognare - ma dai sogni sai non farti dominare;
Se sai pensare - ma dei pensieri sa non farne il fine;
Se sai trattare nello stesso modo due impostori
- Trionfo e Disastro - quando ti capitano innanzi;
Se sai resistere a udire la verità che hai detto
Dai farabutti travisata per ingannar gli sciocchi;
Se sai piegarti a ricostruire, con gli utensili ormai tutti consumati,
Le cose a cui hai dato la vita, ormai infrante;
Se di tutto ciò che hai vinto sai fare un solo mucchio
E te lo giochi, all'azzardo, un'altra volta,
E se perdi, sai ricominciare
Senza dire una parola di sconfitta;
Se sai forzare cuore, nervi e tendini
Dritti allo scopo, ben oltre la stanchezza,
A tener duro, quando in te nient'altro
Esiste, tranne il comando della Volontà;
Se sai parlare alle folle senza sentirti re,
O intrattenere i re parlando francamente,
Se né amici né nemici riescono a ferirti,
Pur tutti contando per te, ma troppo mai nessuno;
Se riesci ad occupare il tempo inesorabile
Dando valore a ogni istante della vita,
Il mondo è tuo, con tutto ciò che ha dentro,
E, ancor di più, ragazzo mio, sei Uomo!

Rudyard Kipling

LEONE D'ORO





È l’inglese Richard Rogers il Leone d’Oro alla Carriera della decima Mostra Internazionale di Architettura, che si svolgerà a Venezia dal 10 settembre al 19 novembre 2006. Nato in Italia nel 1933 da genitori anglo-italiani, Rogers ha condotto una carriera prestigiosa come architetto, realizzando alcuni degli edifici più emblematici degli ultimi venticinque anni, fra i quali il Centre Pompidou di Parigi (insieme a Renzo Piano) e i Lloyd’s di Londra. La sua carriera di architetto, urbanista, consulente e autore di pubblicazioni si è svolta nel segno di un appassionato interesse per le città, affermando, in un mondo in rapida urbanizzazione, l’importanza dell’architettura nel rendere le città più sostenibili. Il premio sarà consegnato a Venezia domenica 10 settembre, primo giorno di apertura al pubblico della mostra.

www.labiennale.org

21 agosto, 2006



"Se non sei stato felice quando eri molto giovane, di sicuro sei ancora in tempo per esserlo. Ma è molto più difficile, hai bisogno di più fortuna"

Simone de Beauvoir

18 agosto, 2006

RACCOLTA INFORMAZIONI

Sto raccogliendo informazioni sulla morte di Charles Bukowski. Se avete notizie lasciatemi qualcosa.

"Non cerco mai di migliorarmi o imparare qualcosa, rimango esattamente come sono. Non sono uno che impara, sono uno che evita. Non ho voglia di imparare, mi sento perfettamente normale nel mio mondo pazzo; non voglio diventare come gli altri"


Charles Bukowski

17 agosto, 2006

"...La gente pensa a noi infinitamente meno di quanto crediamo
...anzi non ci pensa proprio..."
Questa ottima riflessione è ripresa dal libro più bello che ho letto quest'estate; Caos calmo di Sandro Veronesi. La riporto in viola che è diventato il mio colore preferito...

RITORNATA

10 agosto, 2006

LASCIATEMI SFOGARE...

Sono tempi duri qui.
Mi sono capitate tra capo e collo, non sono se per fortuna o per sfortuna, una serie di novità che mi hanno messo sottosopra la vita. Una bella scossa all'ordinario piovuta dal cielo.
Come si dice: "O tutto o niente".
Bene, ora io ho tutto e di più. Purtroppo sono sempre stata scordinata e il ruolo del giocoliere non mi si addice. A far girare tutte queste palline senza farle cadere, sono un po' in difficoltà. Temo che cadranno tutte insieme.
Di nuovo: "O tutto o niente".
Devo ammettere che nei panni di giornalista in carriera mi trovo più che bene, nonostante gli orari disumani e la paga inesistente.
La mia parallela carriera di studentessa universitaria, invece, non ha niente della carriera e molto del: "Ogni tanto, per hobby, studio". Tutti i giorni il volume dell'800 Sabbatucci-Vidotto, un libro di storia ormai "storico" perchè comprato il primo anno di trasferta a Milano, sale in macchina con me, arriva in redazione, si accomoda sulla scrivania e lì rimane per le 8/9 ore della mia permanenza. Insomma, lo porto a spasso. Come a dire, la volontà c'è, ma la realtà è un'altra. Dicono che a tenere il libro sotto il cuscino, la mattina ci si risvegli sapienti. Magari funziona anche tenendolo qui vicino alla tastiera.
Voi, onestamente, avreste voglia di sapere cos'è successo nel 1848 in Prussia, dopo aver passato un'intera giornata al lavoro? Io proprio no.
Per quanto riguarda il campo amoroso preferirei farmi i fattacci miei e escludere ogni informazione da questo illogico sfogo. Ho scoperto che scrivere o parlare d'amore, mi porta una certa sfortuna. Fatico a togliermi di dosso il personaggio della pseudofidanzata che racconto nei miei articoli, quindi, fino a quando non sarò sposata con tanto di fede al dito, l'amore rimarrà un argomento da "No comment".
Intanto, quest'estate di temperature settembrine sta passando. Quasi non ricordo cosa significhi farsi bruciacchiare la pelle dal sole e sentire il sapore del sale sulle labbra. Quanto avrei voglia di nascondere i piedi sotto la sabbia calda e guardare il sole tuffarsi nel mare. Invece, posso solo sognare e, purtroppo, l'immaginazione non mi manca. Quindi, mentre scrivo un articolo sui rifiuti organici, sono benissimo in grado di visualizzare uno splendido panorama di mare e soffrire, soffrire, soffrire, soffrire. Il risultato è che alla fine mi capita di scrivere artcoli decisamente troppo poetici su argomenti come discariche, appalti e pneumologia...
L'invidia è una gran brutta cosa, ma me ne frego e invidio con tutta me stessa, anima e corpo, i fortunati, abbronzati e rilassati, che non conoscono cosa siano le occhiaie e non ricordano cosa sia il pallore tendente al grigio tipico dell'inverno, che io conservo in pieno agosto.
Cerco di consolarmi pensando alla gloria e dico tra me e me: "Buonasera e benvenuti al tg 5"...
Ma questa è TCA e io non mi chiamo Cesara.

07 agosto, 2006

Oggi si va di citazioni...

Un pomeriggio di sole sul mio balcone a colloquio con le ombre
"Non c'e' mai abbastanza tempo per fare tutto il niente che vuoi".


B.Watterson
Vorrei un po' di tempo per fare tutte quelle piccole cose, inutili ma speciali, che la frenesia dei giorni fa mettere sotto l'etichetta "perdita di tempo".
Un po' di dolce far niente, di attività non produttive e senza scopo definito.
Solo io, una giornata di sole e la possibilità di prendere in giro il tempo semplicemente perdendolo...e soprattutto, non sentirsi in colpa...

03 agosto, 2006

Parole come carezze...

"[...] D'un tratto il vento ulula e colpisce la mia finestra chiusa.
Il cielo è una rete stracolma di pesci d'ombra.
Qui convergono tutti i venti, tutti.
La pioggia si spoglia.

Passano uccelli in fuga.
Il vento. Il vento.
Io posso contrastare solo la forza degli uomini.
Il temporale stravolge in mulinelli foglie scure
e scioglie tutte le barche ormeggiate ieri sera nel cielo [...]"


Le tue parole mi sono piovute addosso come carezze.


"[...] Voglio fare con te
quello che la primavera fa con i ciliegi [...]"


-Pablo Neruda-


Vorrei che il mio cuore non corresse così veloce...poi cadrà, si farà male.
Ma non posso fermarlo. E' già lontano, sospeso tra le stelle.
Se è solo un'illusione, è comunque luminosa come una stella cadente.
Era da tanto che non mi sentivo così: felice, confusa, fragile...


Devo impormi di tenere, almeno un po', i piedi per terra.


Sta cambiando tutto...non sono dove avevo programmato di essere. I miei piani sono stati stravolti e...ne sono contenta!
Non cambierei niente di quel che è stato...il destino ha avuto più fantasia di me.


"Ma il destino in naftalina mai..
non chiuderlo in soffitta..."